Nella scuola italiana nell'80% dei casi è il personale
precario a pagare la crisi economica e gli effetti delle riforme taglia posti:
tra il 2007 ed il 2012 il numero insegnanti, dirigenti e personale non docente
a tempo determinato si è quasi dimezzato. E non certo per effetto delle
immissioni in ruolo, visto che nello stesso periodo si è provveduto poco più
che a coprire il turn over. Dei 124.292 posti tagliati nel comparto
dell'istruzione pubblica, ben 93.730 hanno riguardato dipendenti non di ruolo.
Tanto è vero che il numero complessivo di lavoratori con contratto annuale,
sparsi per le circa cento province italiane, è passato da 233.866 a 140.136.
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