Nella
cultura popolare Aspettando Godot è divenuto sinonimo di una situazione (spesso
esistenziale), in cui si aspetta un avvenimento che dà l'apparenza di essere
imminente, ma che nella realtà non accade mai e che di solito chi l'attende non
fa nulla affinché questo si realizzi (come i due barboni che si limitano ad
aspettare sulla panchina invece di avviarsi incontro a Godot).
Che cosa accadrà venerdì 29 agosto
2014?
Venerdì saranno presentate dunque
linee guida "operative" che non avranno tuttavia ripercussioni
immediate sull'anno scolastico che sta per iniziare. Da settembre partirà una
consultazione di forze politiche e sociali e sarà aperto un dibattito che andrà
avanti per un paio di mesi. Poi il governo tirerà le somme e procederà con i
provvedimenti. A differenza di quanto accaduto, talvolta, negli anni passati questo
"pacchetto scuola" non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un
intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi
Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità.
"Vogliamo eliminare il precariato" - "Il 29 agosto sarà l'occasione per presentare la 'visione'
del nostro governo sui temi dell'istruzione e in particolare della scuola, a
cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi", ha
spiegato il ministro, assicurando che "il governo intende eliminare il
precariato nella scuola". I dettagli su come ciò potrà avvenire sono stati
rimandati ai prossimi giorni, ma si è ribadito che "le supplenze non fanno
bene né a chi le fa né a chi le riceve".
TGCOM 24
Aspettando
di sapere cosa accadrà (le solite dichiarazioni eclatanti con il successivo
“solito” immobilismo italiano?) mi domandavo perché la scuola italiana è tanto
odiata. La mia non è semplice retorica e nemmeno sarcasmo da quattro
soldi. Ovviamente non sto parlando degli
studenti, il cui odio potrebbe anche essere oltremodo “fisiologico”, ma parlo delle
persone in generale. Forse non hanno tutti i torti ad odiare la scuola. La
scuola, spesso e volentieri è stata un ripiego per chi avendo una laurea, non è
riuscito a trovare altro impiego (almeno questo accadeva in passato), oppure è
stata “usata” come sicurezza economica per vari professionisti che avevano
(hanno) un secondo lavoro indipendente e infine è stato sempre visto come il
lavoro a “mezza giornata” per le donne “con famiglia”. Sarò stato troppo
inclemente? Ho usato i soliti clichè
verso la scuola? Può anche darsi, ma se le cose vanno davvero in questo modo,
come dare torto a chi odia la scuola, specie in tempi di crisi dove il lavoro
manca ai più? Di nuovo la scuola è tutto, tranne educazione, valorizzazione e
formazione.
NB
Un
conto è la funzione della Scuola in un paese moderno, un conto è chi ci
insegna dentro, non facciamo confusione tra le due cose e di tutta l’erba un fascio!
Stefano
Vedi
anche
"IL
MOVIMENTO STUDENTESCO DAL 68 AL 77: LA DIDATTICA TRADIZIONALE E LA CRISI
ESPLOSIVA DELLE SUE CONTRADDIZIONI"
RELATORE
Prof.
Ferdinando DUBLA
Candidato MASTRELLA Humberto Alejandro
Nessun commento:
Posta un commento