Ecco gli effetti della cura Gelmini nella scuola primaria:
docenti con orari spezzati e distribuiti tra un numero esorbitante di classi;
aumento degli alunni per classe, ore di compresenza prosciugate pressoché́
completamente. In sintesi: oneri enormi a carico dei docenti per un'offerta
formativa impoverita e peggiorata.
Scuola Primaria: confronto variazioni Alunni, Classi e
Docenti (percentuali) dal 2008/2009
Non trovano risposta le esigenze e le opzioni delle
famiglie, ampiamente orientate verso il tempo pieno e modelli orari lunghi (30
ore o più): sono stati loro riservati, invece, tagli al tempo pieno, mancata
concessione di organico e conseguenti riduzioni di orario a 27 ore settimanali
per le nuove classi.
Sempre più le scuole rischiano di trovarsi schiacciate tra
il tentativo di cercare comunque di rispondere alle richieste delle famiglie e
lo sforzo di salvare l'unitarietà e la qualità del progetto educativo e
didattico.
“Pochi
settori di quella che una volta era definita forza lavoro ad alto livello di
qualificazione hanno visto le loro fortune crescere, librarsi e crollare
come quello degli insegnanti.”
(Neave,
Cerych, 1986)
COS È IL BURNOUT
Il
termine burnout (letteralmente, “scoppiato”, “bruciato”, “esaurito” ) compare
per la prima volta negli anni Trenta nel gergo dell’atletica professionale e
indica il fenomeno per il quale un atleta, dopo alcuni anni di successi, si
esaurisce e non è più capace di dare
nulla dal punto di vista agonistico.
A
partire dagli anni Settanta, grazie a Freudenberg, venne introdotto negli Stati
Uniti in riferimento all’ambito lavorativo, in relazione agli operatori dei servizi
sociali, alle cosiddette “professioni di aiuto”, le helping profession. Queste
categorie di lavoratori, infatti, dopo mesi di impegno e dedizione per gli
altri si sentono bruciati, hanno un crollo morale dovuto proprio ad un
sovraccarico di stress cronico che deriva dall’interazione con le persone che
dovrebbero aiutare (stress occupazionale).
E’
la sindrome tipica di chi si esaurisce senza darlo a vedere, con comportamenti
che si trasformano facilmente nel senso di insoddisfazione, nella facile e continua
irritabilità, nella tensione verso i destinatari del proprio aiuto, i quali, il
più delle volte, vengono definiti ( o anche solo pensati) come incapaci,
scansafatiche, rompiscatole. Oppure si manifesta con comportamenti alternativi
di fuga quali il ricorso all’alcool, le amicizie ambigue ecc. E’, in soldoni,
la sindrome di chi si esaurisce a tutto campo, senza una precisa sintomatologia
psicosomatica ma in maniera più sottile, quasi impercettibile, e soprattutto
con tempi molto lunghi.
(Ronco,
Fizzotti, Crea, 1993)
Nel
1982 Cristina Maslach (autrice del Maslach Burnout Inventory) ha definito la
sindrome del burnout caratterizzata da tre aspetti peculiari che ne
rappresentano il cuore della sindrome.
1. ESAURIMENTO: l’individuo si sente
completamente sfinito dal punto di vista emozionale, senza più le forze per
ricominciare, si percepisce come inutile e cercherà il minimo contatto con la
gente.
2. SPERSONALIZZAZIONE: lo sviluppo dei
sentimenti negativi verso gli altri avanza a tal punto da considerare
negativamente anche se stesso, iniziando a diventare freddi e indifferenti e
provando sensi di colpa per come stanno trattando gli altri.
3. RIDOTTA REALIZZAZIONE PERSONALE SUL
LAVORO: si sentono falliti e cercano di rimediare rivolgendosi a psicoterapeuti o cambiano
lavoro.
Canavero
Micaela
Corso
di laurea in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
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