Io non lo so, mi ritengo una persona "sensibile", ma questo mio modo di essere (dato e non cercato), mi è sempre pesato. Si pone lo sguardo, dove altri non arrivano e tu sei tacciato di essere "infantile", "insicuro" e "asociale". Naturalmente, nel mio caso, niente di questo è vero, ognuno è quel che è e non deve essere giudicato.
Questo vale per se stessi e per gli altri (riflessione anche da insegnante).
Recensione libro: Le persone sensibili hanno uno marcia in più
La
predisposizione innata a percepire gli stimoli in modo più differenziato e
intenso rispetto alla media è spesso un vantaggio, ma di frequente è vissuto
con disagio. Anche perché non sempre questo dono viene apprezzato dagli altri
e, nonostante l'ipersensibile tenda a rinunciare a se stesso adeguandosi alle
esigenze degli altri, non mancano i rimproveri: "Devi sempre essere così
emotivo?" Molti, così, soffrono per questo loro aspetto caratteriale: sono
più vulnerabili, più soggetti allo stress e spesso insicuri. L'autore affronta
qui questo problema, ancora ampiamente ignorato e poco trattato, aiutando gli
ipersensibili a capire il motivo del loro "sentirsi diversi". Invita
e guida i lettori verso l'adozione di un nuovo atteggiamento che permetta loro
di contenere gli effetti più negativi dell'ipersensibilità, insegna a smettere
di acconsentire a richieste eccessive o di risentire dei troppi stimoli
esterni, imparando a porre confini più netti tra sé e il mondo. Permette di
valorizzare la capacità di empatia, senza esserne sopraffatti. Gli spunti di
riflessione, i numerosi suggerimenti sono utili a chi vuole imparare a gestire
da solo e in modo costruttivo la propria sensibilità, sia nella vita privata
sia professionale, e a proteggersi in modo più efficace a livello mentale ed
energetico, così che l'ipersensibilità possa tornare a essere quello che
realmente è: un'incomparabile risorsa interiore.
Editore: Feltrinelli (25 settembre 2013)
Collana: Universale economica. Saggi
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